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23 ottobre 2011 7 23 /10 /ottobre /2011 12:35

C’era una volta un Re ..…

e una Farfalla

 imagesCAPYSPRI

 

 

In un regno assai lontano, c’era una volta un simpatico Re, un po’ rotondo e giulivo, viveva nel suo castello, con la regina e tutta la corte, giullari, fanti, guardie, servi, paggi, insomma tutto quello che compete ad un grande re e ad un grande castello.

Il castello era circondato da un magnifico giardino, con vialetti, fiori e piante rare, c’era persino un labirinto speciale, costruito non si sa da chi, ma presente dalla notte dei tempi, con una attrattiva tutta sua, misteriosa direi. In realtà, lui non c’era mai entrato, ora con una scusa ora con un’altra, la verità è che aveva una gran paura, ma non lo aveva mai detto a nessuno, neanche a sé. Quand’era piccolo ci si era avvicinato, aveva imboccato l’ingresso ma poi un terrore furioso lo aveva invaso, non sapeva bene cosa fosse successo, non riusciva a ricordarlo, sapeva solo che quel tentativo era stato subito abbandonato, era corso via senza dire una parola e non c’aveva più riprovato.

Capitava che di notte, ogni tanto in sogno, gli ricompariva quel dannato labirinto, come in un incubo vi ci si trovava in mezzo e non riusciva a trovare la strada del ritorno, sudava, si girava e rigirava, la vista si annebbiava e lui sveniva dallo spavento. Insomma, di giorno ci rideva su, ma la notte …… la notte gli ricordava che quel luogo, rimaneva il suo tormento, un luogo oscuro e impraticabile, però sempre lì presente, impossibile da evitare, almeno allo sguardo.

La sua giornata però era un po’ monotona, nel suo grande castello un po’ s’annoiava, di fronte alla regale consorte e al resto della corte si faceva vedere indaffarato, immerso nei fogli, negli impegni importanti, legiferare, scegliere, organizzare, cercare di dirimere le contese, per apparire sempre giusto e leale. Ma poi ….. quando nessuno era presente, scivolava sul suo trono, annoiato a dismisura, sempre le stesse cose, la routine ormai identica a sé stessa da decenni, la polvere s’accumulava senza sorta. La sua principessina ormai se n’era andata, aveva un suo regno regale con un altro re e lui era lì, immerso in quel gran da fare privo di consistenza, nel nulla.

Desolazione.

Ciondolava da un angolo all’altro del castello, sempre a scovare qualcosa di nascosto, di sconosciuto, qualcosa di minimamente diverso ed eccitante. Sì, lui ormai non sapeva neanche più cosa fosse l’eccitazione. La sua regina era ormai inquadrata nei suoi doveri reali, presa da ricami, damigelle, visite ufficiali, cerimoniali, balli di beneficenza e via e via. E allora ….. si trovava davvero solo e non sapeva quale fosse la via d’uscita.

Mha! Gira che ti rigira, si ritrovava sempre lì, davanti al suo labirinto, ma immediatamente rabbrividiva all’idea e non capiva perché le sue gambe lo portassero sempre lì. Mha! Sempre lì …..

imagesCAUBYUXH.jpg      Un giorno, mentre si aggirava per il magnifico giardino, sapete cosa gli è capitato? Una deliziosa farfalla, dai colori sgargianti gli si posò sulla spalla. Si sorprese che quella magnifica creatura si fosse fermata lì, sì proprio lì, vicino a lui e quando si girò per guardarla meglio, quasi leggendogli nel pensiero, lei si alzò in volo per posarsi sulla sua mano. Si lasciò guardare e poi gli si posò ancora sulla spalla e poi gli volò intorno. Era a bocca aperta, stupito, meravigliato, quasi felice, tremolante, frizzante, ma non sapeva bene perché.

Ma cosa voleva da lui, quella farfalla? Quell’esserino strano, così diverso e distante da lui, leggiadro, colorato e libero. Libero e istintivo.

Ma mentre pensava tutto questo, la farfalla era svanita, peccato! Ci chiese se l’avesse vista veramente o se l’avesse solo immaginata. Non sarà mica che sto perdendo la ragione?

Quel giorno si ritirò  nelle sue stanze, era di umore cupo, come non s’era visto da tanto tempo, la regina si preoccupò e gli inviò uno strano infuso, di quelli che si sorseggiano per scacciare le male voglie o i fantasmi, sicura che gli avrebbe giovato.

Si coricò presto e sognò e poi risognò quel labirinto, ogni volta che si girava c’era l’entrata che sembrava invitarlo, chiamarlo con una voce misteriosa, ma lui fuggiva più terrorizzato che mai, ancor più di quanto era successo da bambino.

La mattina seguente si svegliò stanco, un po’ più sereno, ma anche turbato dall’accaduto. Uscì presto a passeggiare, per riflettere, fare il punto della situazione, cercare di raccapezzarsi e …… ancora da un cespuglio, ecco che comparve quel tenero esserino.

Farfallina, cosa vuoi da me? Cosa stai cercando? Anche tu sei forse venuta qui per reclamare i tuo diritti, un tuo regno? Tanto ormai, vogliono solo questo da me! Le disse il re, spossato e desolato.

Farfallina gli girava intorno, lo stuzzicava, andava in picchiata addosso al re e poi via in alto, sembrava divertirsi alle sue spalle, ma che faceva? Voleva forse prendersi gioco di lui, del re? Era sempre più confuso, ma lei non mollava.

Ma alla fine gli scappò un sorriso, il re sorrise e poi ancora rise, quella figura leggiadra lo faceva sentire leggero, lui che aveva la grazia di un elefante, si sentiva lieve come una piuma. Ma c’avreste mai creduto? E poi gli girava intorno, lo stuzzicava, lo spingeva a correre, saltare, danzare. Il re si guardava intorno, timoroso d’esser visto da qualcuno della corte che potesse pensare che fosse impazzito. Ma poi, rassicurato dall’assenza di occhi indiscreti si lasciava andare in questa danza aerea impensata, diventò perfino appassionato nei movimenti. Sembrava un altro, decisamente un altro.

Arrivò sera e ancora sorrideva fra i baffi, tanto che la regina lo guardava stupita e guardinga, non capiva cosa gli fosse mai successo. Ma lui non se ne curava, era troppo preso dal suo benessere e dal desiderio di rivedere ancora farfallina. Pensava, immaginava, sognava ad occhi aperti. Non si era sentito così da molto tempo, da tempo immemore ormai. Che belle sensazioni. Non era più annoiato.

Aimè il giorno dopo aveva un impegno importante, con la regina, col gran cerimoniere, le guardie e tutto l’esercito, doveva comparire ad una cerimonia solenne fuori da palazzo e più della noia di dover presenziare e sorridere aridamente, lo spaventava l’idea che una volta attraversato il giardino, potesse ancora uscire quella sua nuova amica a metterlo in ridicolo davanti a tutti, istigandolo a tutta quell’allegria. Non stava bene, non poteva, il codice reale lo vietava assolutamente. Cosa avrebbero pensato di lui?

Era teso, preoccupato, agitato e nessuno comprendeva perché, si fece coraggio, un gran respirone e via di corsa lungo tutto il vialetto, noncurante della regale consorte che non teneva il passo. Allungando sempre più l’andatura, arrivò alla carrozza, era quasi salvo …. ma il protocollo gl’imponeva di attendere la regina, era impaziente, non sapeva come metterle fretta, lei sembrava perdersi in chiacchiere con le sue damigelle e poi …. eccola finalmente, la fece salire sulla carrozza e si sgonfiò della tensione, finalmente era fuori pericolo.

Di lì in poi, tutto fu più semplice, aveva salvato la faccia e la corona. Quella giornata apparve anche meno noiosa, tanto fu il sollievo di essersela cavata, di aver scampato la derisione generale. Al rientro a castello, dava ormai per scontato che la piccola farfalla non si sarebbe fatta viva neanche stavolta. Ma ancora fu sorpreso e quando orami era quasi davanti alla porta dorata, lei arrivò alle sue spalle, bisbigliandogli qualcosa di incomprensibile, punzecchiandolo ancora, esortandolo a saltare e ridere. Il re si contenne, si sforzò a più non posso, strinse i denti, le natiche, i pugni, ma alla fine esplose in una gran risata, cantò, saltò, ballò, tutta la corte gli si fece intorno, incuriosita, sorpresa, quasi spaventata, gli si stringeva sempre più e ciascuno chiedeva “Sire state bene?”, persino la regina era rimasta senza parole.

Il nostro re, si vide sempre più stretto in quella folla che lo richiamava ai suoi doveri, che lo costringeva a stare in quegli abiti stretti e alla fine se li stracciò di dosso, ma l’incredulità si accrebbe fino alla rabbia e al terrore insieme, di veder sgretolare il palazzo. Il re non ce la fece più, cominciò a correre, ma la corte tutta intera lo seguiva, cercava di raggiungerlo, richiamando alla ragione e lui si sentiva braccato, soffocato, non ce la faceva più!

Sapete cosa fece? Da non credere …. Scappò dentro il labirinto, corse dentro senza remore, vi ci si rifugiò felice di aver trovato un posto sereno. Quando fu dentro, nel bel mezzo di quell’antico terrore, si accorse con gran meraviglia che non aveva più paura, anzi avvertiva una serenità senza posa, quello era il suo vero regno, dove nessuno lo avrebbe braccato o afflitto.

 Che strano, eppure era così. Il luogo che lo aveva sempre terrorizzato alla fine era la sua casa, il suo unico riparo, mentre il castello che da sempre era stato la sua casa, si era trasformato nel luogo che lo minacciava oltre ogni ragione. Era proprio strano!!!

Si riposò con la sua farfalla, si sdraiò sulla madre terra, si rilasso, si assopì anche, tutto era dolce, tranquillo, nuovo, un altro regno e …. al risveglio energico più che mai, meditò sul da farsi.

Uscì senza esitazione dal labirinto, come se avesse sempre conosciuto la strada e si avviò ad incontrare il suo nuovo destino!

Finalmente era tutto nuovo e sconosciuto, finalmente poteva scegliere!

 

                                                                                      

By Sabrina Costantini

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