"Non mi aspettavo tanta violenza per una punizione che rientra nella normale routine", ha confidato l'insegnate di una scuola media di Palermo Ha punito un alunno mandandolo fuori dall'aula perché...
http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/calci-pugni-insegnante-palermo/
Quanto capitato a questo docente nel palermitano, sicuramente creerà scompiglio e discussioni da parte di molte persone e
io mi auguro bene che capiti, ma non tanto come banco per accusare qualcuno,
piuttosto come spazio costruttivo.
Sicuramente ci sono delle responsabilità e anche pesanti,
quando si arriva alla violenza non ci si può tirare indietro nelle responsabilità,
tanto più in un atto programmato e deliberato.
Ovviamente non si hanno tutte le informazioni e ciò che sappiamo arriva dai mass media,
per cui ci possono essere pezzi mancanti,
ma il fatto rimane ed è Importante!
Io mi chiedo perchè si è arrivati a tanto,
come si può accettare e pensare di compiere un atto violento.
E ... cosa si pensa di insegnare ai propri figli
se non la Violenza?
I temi critici che mi vengono in mente con questa vicenda sono quelli discussi ormai da tempo:
- l'autorità/autorevolezza degli insegnanti
- la collaborazione scuola/famiglia e viceversa
- la condivisione dell'intero contesto sociale di temi educativi
- la responsabilizzazione dei ragazzi come soggetti attivi del discorso educativo (nel bene e nel male)
- la dilatazione del tempo e dello spazio
Per riprenderli brevemente direi che l'educazione dei bambini e dei ragazzi è una responsabilità di tutti quanti, di tutto il contesto, familiare, scolastico, sociale, mediatico, ecc., credo che ciascuno deve prendere su sè il proprio posto,
in base a competenze, specializzazioni, ruoli ...
Segue che il dialogo, la collaborazione e il confronto sono necessari e indispensabili, nel rispetto di ciascuno.
Credo che questa operazione che appare scontata, alla fine non lo è per niente, perchè quello che capita è una continua prevaricazione dell'uno sull'altro, sovrapponendo ruoli e responsabilità, mancando di rispetto e ascolto, fino a mettere in atto azioni offensive e lesive.
Ho parlato di dilatazione dei tempi perchè credo che per il dialogo e per l'ascolto è
necessario dedicarsi tempo e spazio e
dedicarlo agli altri, compreso la capacità di tollerare la frustrazione, il tempo e lo spazio dell'altro.
La velocità con cui tutto accade oggi ed i mezzi con cui li facciamo accadere, tolgono contatto, spazio e tempo, sovrapponendo concetti, pensieri, azioni, informazioni, esperienze, che non possono essere sufficientemente eleborati
e soppesati.
Credo che di riflessioni se ne possono fare tante .... e spero che ne vengano fatte ....