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17 giugno 2013 1 17 /06 /giugno /2013 13:23

IVG

IVG

IVG Interruzione Volontaria di Gravidanza

In questi giorni, mi sono confrontata con un gruppo di colleghe, una di noi, dopo sue accurate ricerche risultate vane, chiedeva bibliografia sulle IVG.

In effetti, nessuna di noi ha saputo dare una risposta.

Le uniche opere che ci sono venute in mente sono: "Lettere ad un bambino mai nato" di Oriana Fallaci e "La ferita dei non amati" di Schellenbaum Peter.

Ma, entrambe non propriamente pertinenti.

Il primo parla di una sorta di interruzione di gravidanza, dell'ambivalenza di una donna che si trova nella difficile condizione di non voler rinunciare al lavoro e di non sapere ancora se volere o meno questo bambino.

Il secondo, "La ferita dei non amati", non c'entra nulla con l'interruzione di gravidanza, ma parla della condizione originale di non essere amati, che conduce poi alle dinamiche successive di troppo amore e di dipendenza.

Ma il punto è che non vi sono in letteratura, testi specifici sull'argomento.

Perchè?

Ci siamo chieste perchè, ci siamo confrontate sulla condizione della donna, delle sue scelte, della responsabilità, della moralità, del senso di colpa.

Ci siamo dette che ci sono molti figli non voluti che nascono e su cui pesa questa non scelta. Ci sono altri figli che non nascono e forse pesa sulle donne questa scelta.

E' sorprendente quanti tabù esistano ancora nella nostra società.

Mi chiedo quale ne sarà l'origine, se religiosa, morale, etica, chissà!

Di sicuro, pesa sulle donne il compito e la responsabilità di far nascere i figli, che è anche un onore e un diritto. Ma pesa anche la responsabilità e l'abilità legalizzata, ma non del tutto legittimata, di non farli nascere.

Di sicuro, nonostante il gran parlare e il darsi da fare, non c'è molto appoggio alle donne che fanno nascere i bambini e tanto meno a quelle che non li fanno nascere.

Ci si dimentica anche che, se una donna compie questa scelta dell'interruzione di una gravidanza, da sola o meno, comunque non è mai indolore o indenne o cancellabile.

Il peso definitivo è su lei, è lei che ha l'ultima parola, è lei che dice NO!

Ma non lo fa mai a cuor leggero, non lo fa mai senza una qualche domanda sotterranea, vicina o lontana.

Chissà perchè non ci si è posti nell'ottica di aiutare questo passaggio, di accompagnare questa complessa e difficile scelta!

Forse, ancora il giudizio risiede alla base di questa grande mancanza nei confronti delle madri e dei bambini mai nati!

Ringrazio le colleghe per aver stimolato questa riflessione.

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