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14 dicembre 2011 3 14 /12 /dicembre /2011 09:06

CAPITOLO I

In Viaggio con la Balena

                                                    Sabrina Costantini

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La Chiocciolina e la Balena (Julia Donaldson), le vedete?

Sono tenere e forti, curiose e consapevoli, strane, stravaganti, grandi amiche. Sono due creature che ci aiuteranno ad introdurci dolcemente, nel nostro viaggio.

La storia narra che un giorno, da uno scoglio nero e lucente, dove le giornate passano lentamente, dove un micio sonnecchia tranquillo, i gabbiani volano basso e tutto procede secondo il solito tran tran, una chiocciolina marina inaspettatamente espresse il suo grande desiderio di fare un viaggio, di esplorare il vasto mare, il mondo.

Ma …..

Le altre chioccioline, senza capire, tutte tranquille, continuano a dire:

“Sei nata qui e lo sai il perché: il mare e il mondo non fanno per te!”

La nostra chiocciolina ammette e riconosce che il loro è sicuramente un parere saggio, ma lei farà il suo viaggio! Con i suoi mezzi, con la bava e le piroette, scrive un messaggio sullo scoglio “Cerco un passaggio per mettermi in viaggio”.

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Finché una notte, come se fosse già predestinata ad essere sua compagna di viaggio, arriva una grande balena marina con occhi dolci e attenti.

La balena, con la sua dolce voce di mare, canta storie che fanno sognare, di tutti i posti visitati in giro per il mondo, pieno di meraviglie e avventure.

Poi chiama la chiocciolina in disparte, la fa salire sulla sua coda, dicendole:

Si parte!

La piccola non se lo fa dire due volte, sale sulla coda con entusiasmo e allegria. Partono insieme all’avventura, per il loro lungo lungo viaggio.

Navigano navigano in giro per il mondo, visitando e attraversando tutti i luoghi che la balena ha narrato, quei luoghi che ogni volta si tingono di colori diversi, perché diversi sono gli ambienti e le connotazioni. Ogni volta è uno spettacolo e un’avversità, un brivido e uno stupore.

Si passa dall’acqua azzurra e profonda, da quella rossa di sole, a quella viola del temporale, attraversando ghiacci gelati, con foche, pinguini e calde sabbie tropicali, con scimmie, tartarughe marine e vulcani in eruzione, fra onde altissime, paurose e schiumose, all’interno di grotte sottomarine popolate da piante, coralli e pesci, talvolta feroci e pericolosi.

Procedono il viaggio, trovandosi sotto un cielo sereno e poche nuvole passeggere, fin in mezzo alla tempesta più furiosa e spaventosa, dove l’unico riparo risiede dentro di sé: l’unica grotta, che veramente può proteggere, stando con coraggio e fiducia.

E ancora in questo viaggio, la chiocciolina rinnova il suo senso di sé, l’essere piccolina, ma non perché spaventata e relegata, ma stavolta consapevole dell’immensità e della magnificenza del mondo, di un mare sconfinato, montagne irraggiungibili, orsi imponenti e falchi che volano alto, dove lei ne è solo una piccola parte.

Arriva poi anche un brutto giorno, in cui la balena si confonde per i tanti rumori delle barche a motore, con gente che giunge da ogni dove.

La bassa marea poi complica tutto e la nostra cara amica si trova all’asciutto, arenata sulla spiaggia, senza riuscire a cavarsi dall’impaccio. La piccola la spinge ad andarsene in fretta, ma la povera balena, ormai arenata con voce tremante dice

Non posso sono troppo pesante.

 

Allora la chiocciolina col suo guscio snello, preoccupata per la sua nuova amica, corre corre e corre veloce, oltre la sua stessa natura, in cerca di aiuto. Trova una scuola con tanti bambini, la maestra li richiama a lezione, si apprestano a fare le divisioni. La classe è tappezzata di mille disegni di cose che lei ha già visto in questo suo viaggio, balene, palme, pescecani e via dicendo.

La piccola con qualche curva e una piroetta, sulla lavagna produce una scritta: Salvate la balena.

La chiocciolina, i bambini, la maestra ed i pompieri con le sirene, tutti quanti insieme corrono in spiaggia a salvare la balena, scavando, spruzzando, annaffiando con l’acqua di mare, per rigenerarla ed infine per permetterle di ripartire.

Non appena il mare comincia a salire, onda su onda, il gioco è fatto, adesso si può ripartire veramente e in men che non si dica, le due sono ancora in viaggio. Tutti insieme i nuovi amici, con gran commozione ed entusiasmo, salutano la balena e la chiocciolina che riprendono la via del ritorno.

In pochi giorni di navigazione, le due sono di tornate a casa.

Sul solito scoglio nero e lucente, ad aspettarle c’è tanta gente, ci sono le chioccioline conoscenti e amiche ed il gatto non più dubbioso sulla banchina, che stavolta osserva incuriosito.

Tutte estasiate ed entusiaste di tanto coraggio, chiedono alla chiocciolina di raccontare del suo lungo viaggio, di quanto le è successo e delle meraviglie esplorate.

E allora le tante chioccioline, ascoltano quelle storie di mare, di spettacoli, di meraviglie, di imprevisti, della forza della loro piccola amica, che alla balena ha salvato la vita, sono entusiaste, sorprese, splendenti di gioia, ormai non hanno più remore e chiedono alla balena di portare anche loro, in viaggio.

La balena al tramonto, mentre il gabbiano pesca, porge loro la coda, per partire ……

E le chioccioline, senza paura, partono insieme, all’avventura.

 

Questa dolce storia di mare accompagna tutti, piccoli e grandi, nella nostra grande avventura della vita.

Ciascuno di noi deve ritrovare il dono della semplicità, della naturalezza e le storie per bambini, almeno alcune di loro, ci riportano proprio in quel posto, un luogo fondamentale privo di fronzoli, di merletti intellettuali ed intellettualistici, un luogo dove le cose sono intrise in modo diretto di semplicità ed emotività, dove i simboli arrivano esattamente dove devono arrivare: al Cuore!

Qui, le cose sono ciò che devono essere e trasudano di corposità, di concretezza e di vitalità.

La chiocciolina che siamo stati era esattamente così, piccola, inconsapevole, paurosa, ma anche entusiasta e piena di forza, di energia e coraggio da vendere, al punto da voler rischiare, di avventurarsi nel’immensità del mondo, con una compagna sconosciuta. Quel nostro esserino, aveva fiducia da vendere, ingenuità e assenza di pregiudizio e sarebbe andato ovunque il suo desiderio le diceva di andare.

Uscendo da quel porto sicuro e conosciuto, pieno di amici e protezione, noi piccole chioccioline abbiamo imparato a camminare, a correre, a cadere, a rialzarci, ad allontanarci e a tornare, a trovare nuovi punti d’appoggio, sperimentare universi diversi con regole e figure varie, col rischio d’incombere in temporali, onde spaventose, animali feroci, disavventure e in piacevoli caldi tropicali, animali curiosi, nuovi amici.

Ci siamo scoperti resistenti al caldo, al freddo, al gelo, agli spruzzi, alle onde spaventose, capaci di andare oltre gli oceani, di oltrepassare le grotte sommerse e ogni possibile pericolo. Abbiamo imparato a rinfrancarci attraverso noi stessi, a rintanarsi dentro il nostro essere!

Abbiamo compiuto questa grande scoperta: abbiamo visto uno spazio dentro di noi, ignorato fino ad allora.

Dentro di noi c’è un porto sicuro, un luogo immenso e potente.

Sì dentro di noi c’è una forza e una capacità di rimpannucciarci, che non avevamo mai visto prima, che non sospettavamo assolutamente di avere.

Ci siamo scoperti piccoli e grandi nello stesso tempo, pregni di risorse impensabili e grandiose. Abbiamo sorpreso noi stessi. Ci siamo svelati a noi stessi e al mondo!

E poi, affrontare tutti quei mezzi e quelle prove, eventi mai immaginati, poi ritrovarsi persi, senza speranza, quasi da impazzire e poi ancora trovare la soluzione, uscire da quel tunnel, salvarsi, riuscire a farsi capire anche da chi è diverso, parlando una lingua intermedia, tutti uniti, insieme per raggiungere un fine unico: una grande scuola di vita!

Quanta gente abbiamo incontrato, quante mani abbiamo stretto, quanti occhi abbiamo guardato, quanti sguardi incrociato, quanti abbracci, quanti calori. Ci siamo stupiti di poter trovare anche nuovi amici, il mondo non è così ostile e pericoloso. O ….. non sempre.

Potevamo stare da soli o in compagnia, con l’accordo e la conferma altrui, sotto il loro sguardo benevolo, sentendoci grandi e piccoli nello stesso tempo. Rimanere in quel luogo, in quell’angolo di terra, che non smentisce mai sé stesso. Sapere già in partenza quali sarebbero state le cose giuste e non giuste, quelle da fare, da dire, da pensare. Quali gli orizzonti, i confini, i permessi ed i divieti. Tutto molto stabile, tacito, chiaro, senza imprevisti, senza scossoni, né rumori. Ah, che pace, che tranquillità!

Ma i più audaci di noi, non si sono accontentati. Continuavano a girarsi e rigirarsi su sé stessi.

Abbiamo appreso a dividere e condividere giochi e momenti, con grandi e piccini, ad adattarci a nuovi orizzonti con regole nuove, abbiamo avuto l’opportunità di lanciarci nel mondo, di sperimentare le proprie abilità, di avere paura, tremendamente paura, di essere immobilizzati e terrorizzati, senza idee, smarriti, confusi all’inverosimile. Abbiamo anche avuto l’occasione di trovare le risorse dentro di noi, quelle riserve impreviste, il lampo di genio, il guizzo e l’energia per andare oltre le paure, per poter essere eroi, protagonisti della nostra storia e di quella degli altri, di poter essere capaci ad uscire dall’impaccio e sostenere gli altri, nei loro impacci.

Insomma, che grande liberazione, che forza, che rivelazione!

Abbiamo scoperto che il mondo era fatto per noi, potevamo osare e lo abbiamo coraggiosamente fatto. Nonostante tutto, nonostante gli ammonimenti, le preoccupazioni ed i divieti. Siamo stati bravi, ce l’abbiamo fatta, ci siamo riusciti!

E c’è anche chi ci ha preso come esempio, seguendo la scia. Alla fine, a seguirci sono stati proprio quelli, che cercavano di dissuaderci! Conquista grandiosa, incredibile. Incredibilmente vero.

Potevamo stare lì, su quello scoglio nero e lucente, con un orizzonte sempre uguale, conforme a sé stesso e alle nostre aspettative, col gatto sornione, i gabbiani di rito, le petroliere, le navi in lontananza, i rifiuti sulla lingua di sabbia ed il faro luminoso nelle vicinanze. Tutto molto rassicurante! Sicuro, noto e familiare.

Eppure no, c’era quell’idea che ci girava in testa, quella smania che si muoveva nella pancia, quel languorino, quelle nuvole fiabesche che volteggiavano nel cuore ed il nostro orizzonte s’è stravolto in un momento! E’ bastato dire: non importa ciò che sarà, io parto lo stesso! Forse avete ragione, il mondo non è per me, ma io farò il mio viaggio.

E’ bastato chiedere un passaggio e magicamente, in men che non si dica è arrivata la balena, pronta a partire per un lungo viaggio, per un’avventura mai immaginata.

E’ incredibile! Da far girar la testa, da guardarsi intorno e dire “ma, che succede?”

In un attimo, è bastato un attimo di decisività, di completezza ed unione con noi stessi che tutto è avvenuto, senza fatica, con naturalezza, come se tutto fosse già pronto, aspettava solo il nostro Si!

L’universo si è alleato con noi! Ha predisposto tutto, perché le cose accadessero naturalmente proprio come dovevano, come aveva senso che fosse. Tutto era lì a portata di mano, pronto solo per essere colto, con il minimo sforzo e con la più grande determinazione!

Ci aveste mai creduto?

Forse no, eppure è stato così.

Di notte lungo la riva, parte il viaggio, in un’atmosfera semionirica, dove solo i sogni e i desideri, sfuggendo alla concretezza e alla razionalità delle cose illuminate dalla luce diurna, hanno completo potere, introducendoci così in una dimensione emotiva e naturale.

Ognuna di noi chioccioline ha percorso il suo viaggio, più o meno grande, più o meno coraggioso, più o meno istruttivo. Il primo grande viaggio che ci ha condotto lungo il sentiero della crescita.

Siamo giunte all’età adulta con il proprio bagaglio d’esperienze, con le proprie storie da raccontare, le avventure e le sventure, che hanno costruito gli scogli delle nostre certezze, di quel porto sicuro che risiede dentro di noi e ci permetterà di affrontare nuove esperienze, di sapere che si può rischiare, si può andare oltre, sempre verso altri misteri.

Con l’infanzia i viaggi non sono finiti, gli approdi non sono definitivi, ma ne inizia uno nuovo, unico e speciale: il viaggio all’interno di noi!

Adesso che il percorso della sperimentazione, delle capacità e della fiducia di base è stato compiuto, adesso che si è incontrato ogni genere di animale, innocuo e feroce, adesso che siamo ancora intatti, si è sperimentato che il freddo pungente e glaciale non ci ha congelato, il caldo imponente e tropicale non ci ha liquefatto, che il mare impetuoso e le sue tempeste non ci hanno travolto, le grotte sottomarine non ci hanno ingoiato e inglobato, che anche l’egoismo e la confusione disorientante, ha ceduto il posto alla generosità e alla squisitezza di grandi e piccini, confortandoci e donandoci la strada del ritorno.

Adesso esiste un bagaglio e una consapevolezza che chiede di essere usato per la realizzazione di sé nel mondo, con un processo di decisione e di autodeterminazione responsabile. Non siamo più esseri piccoli e innocui, incapaci e passivi, ma esseri responsabili di sé e delle proprio decisioni, prese e non prese.

Si parte per un nuovo percorso, per il percorso alla scoperta di sé nel mondo, della realizzazione autonoma dei propri desideri, della relazione matura, della vita piena! Della presa in carico di noi stessi.

Ancora una volta si ripresenta puntuale il bivio, la scelta, quasi fosse un samsara.

Ci si può limitare a stare sullo scoglio nero e lucente, a vivere quella vita che pensiamo ci appartenga, che facciamo nostra a tutti i costi, ciò a cui siamo stati predestinati, quanto ci hanno imposto, ingabbiandoci in un’apparente libertà, limitandoci su una banchina affacciata su un mare immenso e profondo, che a noi non è dato di esplorare. E poi vedete? C’è anche un faro, molto rassicurante! Che si vuole di più?

Oppure, si può scegliere di vivere su quel medesimo scoglio, sapendo che abbiamo la possibilità di trascendere quel copione di vita, imposto da altri, per una scelta propria e consapevole, piena di possibilità e ricchezze.

In questa via però, lo scoglio non rappresenta una fuga spaventata, non un rifugio, ma il punto d’approdo di un processo, un ri-tornare al punto di partenza, con un nuovo bagaglio, con un sapere vissuto in prima persona.

E’ una scelta importante, una scelta che richiede la consapevolezza di sé, di ciò che si è, ciò che si desidera.

Si tratta di rifare quel viaggio del passato, ma questa volta il mare sta dentro di noi, le tempeste ci appartengono, le spiagge tropicali ci riscaldano dall’interno, i mostri marini sono le nostre ombre nascoste, gli amici che si preoccupano e ci salvano, rappresentano i nostri propri spazi.

E’ un viaggio dove il bambino e l’adulto si riuniscono, si reincontrano, fanno pace, si alleano e si conducono a vicenda. Si tengono amorevolmente per mano.

Allora, dopo aver realizzato e sperimentato cosa sappiamo fare, quanto coraggio e abilità possediamo nel cavarcela, quale lavoro sceglieremo e in che modo saremmo in grado di portarlo avanti, con quanta forza e determinazione promuoveremo noi stessi nel mondo, nella soddisfazione dei bisogni fondamentali e nei sogni più intimi, nascosti e nutrienti di noi, torneremo a noi stessi, ai nostri bisogni, alla nostra natura, al rispetto di noi stessi.

Com’è successo alla grande balena marina, capiterà sicuramente anche a noi di arenarci e rimanere bloccati, impossibilitati a proseguire, sentirci pesanti, spacciati. Ma, ci sarà sempre qualcuno, ci sarà la chiocciolina che è in noi, il bambino che con le sue mille piccole risorse, troverà la soluzione. La sinergia, la forza dell’unione si rinnoverà, mostrandoci la ricchezza del mondo, rinsaldando la fiducia in sé e nell’umanità, che ci consola con la sua vicinanza.

E ancora, nel momento in cui ci troveremo a trascenderci, a sforzarci di andare oltre noi stessi ed i nostri egoistici bisogni, procedendo verso l’altro in modo onesto e reale, al di là delle nostre aspettative e bisogni, ci sorprenderà un mostro tremendo, un mare sconosciuto, nero e profondo. Ci travolgerà quel buco nero rappresentato dalla nostra meschina paura, che saboterà ogni nostro impegno, ogni progetto cosciente.

Raggiungeremo l’obiettivo di oltrepassare noi stessi, solo quando rinunceremo a noi, ai nostri bisogni più concreti e futili, a favore di una nuova piccola chiocciola, che sceglieremo di deporre sul nostro scoglio, lì insieme a noi. Adesso viaggeremo unicamente per il piacere di stare con, di accompagnare con disinteresse e amore.

Solo lungo questo sperimentarsi, il proprio bagaglio acquista un senso e un valore rinnovato. Si procede verso un’altra dimensione ulteriore.

Si rischia la vita, la fiducia, le proprie risorse, la faccia, la stima, ma senza il rischio, niente è veramente ciò che è, niente ha realmente il suo peso ed è solo un’illusione, perché niente ha veramente il sapore di mare, ma solo il retrogusto mucido stantio di una banchina, che non è andata mai oltre sé stessa, con i soliti rifiuti ed il medesimo faro, che illumina sempre lo stesso lembo di terra e di mare, una piccola striscia sottile e limitata di vita.

Io stessa mi accingo in questa avventura con voi, passando per quelle grotte sottomarine piene di sardine, coralli, polpi e squali, cercando di farmi coraggio di fronte al mare impetuoso e di trovare soluzioni ardite agli ammaraggi imprevisti, di trovare la forza dentro di me, provando a godere del calore tropicale e dello smarrimento dell’immensità umana.

Parto con il cuore tremolante, fiducioso e spaventato, con lo zaino pieno di risorse buone e meno buone. Cercando di destreggiarmi fra rumori, invasioni, dolci richiami suadenti, grandi, piccini e quant’altro può accadere.

Ho paura e sarei pronta ad indietreggiare, ad ascoltare le voci sagge dietro e dentro di me, che mi ricordano che scrivere libri non fa per me, che il mio destino di appartenenza è un altro, il mio orizzonte è questo qui, con faro annesso e connesso, un panorama ormai noto e ben consolidato.

In fin dei conti, cosa si può volere di più? Quanti sogni, si sono già realizzati! Quanta strada, è già stata percorsa! E’ già stata fatta molta fatica e adesso è meritato e giusto chiedere di godersela, di riposarsi, di cullarsi sugli allori!

Chiedere questo, è forse un delitto?

No, non è un delitto! Ma non voglio fermarmi. Godermela comporterebbe arrestarsi, fino ad annullarsi e io so, che questo è un viaggio che mi porterà lontano, mi riporterà a casa, piena di storie che fanno sognare e di sogni che hanno trovato i loro lidi.

Non so se questo libro alla fine sarà qualcosa di buono anche per altri, se sarà accolto ed amato. Questo non lo so, comunque vada, per me è qualcosa di buono e val la pena di intraprendere quest’avventura, di sognare.

Io non voglio smettere di sognare, non voglio rinunciare ai miei sogni.

C’è un viaggio nuovo e affascinante, che mi attende, mi intriga e mi terrorizza, solo così sarò più forte, meno spaventata e più salda.

Certo, tanta strada è già stata fatta, fatica e dolore a dismisura. Ma c’è una misura a questo? Chi  dice qual’è la dose massima? Esiste un limite?

In fin dei conti, quella scelta non finisce mai: o lo scoglio ed il suo porto o il mondo, il vasto mare, ancora verso una nuova avventura!

Le avventure sono infinite e ciascuno ha i suoi tanti viaggi!

Forse poi ………….. un giorno, potremo noi stessi portare delle chioccioline sulla nostra coda! Accompagnarle per un altro lungo viaggio!

E ancora di più, saranno loro a partire per le proprie avventure e lo potranno fare perché sanno che c’è e ci sarà sempre un porto sicuro dover rifugiarsi, dove ricorrere qualora ne avessero bisogno.

Ma noi, possiamo essere quel porto sicuro, solido e affidabile, capaci di stare e accogliere, solo se saremo andati e tornati. Altrimenti saremo sempre in fuga e le nostre chioccioline, non potranno cavalcare le loro onde, ma tremanti saranno costrette a rimanere in quel ristretto angolo di mondo.

E allora senza remore, salite sulla coda e ……….

si parteeeeee!!!!

 

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